THE MAGNETICS - Jamaikan Ska

Get Up Music
La reale ascesa della musica popolare giamaicana coincide con quella della musica SKA o Bluebeat, negli anni ’60 che non a caso coincise con l’indipendenza della Jamaica dalla Gran Bretagna. Questo particolare genere mescola strumenti a fiato tipici del panorama jazzistico, quali tromba, sassofono e trombone con le strumentazioni elettriche, ma soprattutto si fa precursore di altri generi quali ROCKSTEADY e il REGGAE. Come in questi generi, l’elemento portante è un ritmo con accenti sul levare della battuta musicale, denominato “Offbeat”.L’Inghilterra negli ultimi anni ’70 le donò una connotazione non solo musicale ma anche culturale dando vita a “Rude boys, Skinheads e mods”. In Italia questo genere si intravede nella seconda metà degli anni ’80 in particolare in Lombardia e Piemonte, molto spesso contaminato dal punk; col tempo lo SKA ha visto un notevole regresso anche se la maggior parte dei musicisti legati a questa musica hanno operato nell’ombra. Parliamo di gruppi come I “Casino Royale”, gli “Statuto” i “Matrioska” e certamente i “Shandon”. Negli ultimi tempi soprattutto si è rivalutato lo Ska tradizionale giamaicano senza alcuna contaminazione, uno “Pure Style”. Oggi presentiamo e valorizziamo un progetto davvero ambizioso nato dalla passione comune per i ritmi Giamaicani di 4 musicisti, Mr.Olly e Mr.Massa degli “Shandon” con l’aggiunta di Mr.Jack Giacalone dei “The Soulrockets” e infine Mr.Dimitri Pugliese dei “The Raggavbes”. Nonostante la decadenza del genere questi quattro eccelsi musicisti si fanno carico di un progetto di rilancio di un genere eccelso qualitativamente parlando, proponendoci “The Magnetics” 12 brani tra inediti, rivisitazioni e uno sguardo importante all’aspetto puramente teatrale. Olly Riva, autore e produttore di origini bergamasche con questo disco cambia la sua musica facendo sfoggio di un’incredibile libertà compositiva, l’obiettivo del nuovo lavoro resta ritrovare il suono originario dello Ska proprio della Jamaica e della scena newyorkese degli ultimi anni. Analizziamo queste dodici perle capaci di scatenare un marasma di emozioni nell’ascoltatore, senza tralasciare l’aria tecnica attraversata da una notevole qualità. L’album si apre con energia all’insegna di “Baby Come on” dove risalta nell’immediato l’anima vintag,e adorabile e sofisticata del pezzo, voci che si adattano appieno alla richiesta musicale, estasi e gioia si intrecciano a meraviglia. La musica elaborata crea un tutt’uno che a sprazzi si avvicina alla produzione dei Beatles, evidente nel brano “Money Money”, ma quanto può essere coinvolgente e passionale “Cry to me” con una performance del vocalist che calza a pennello oltre a e quasi indistinguibili i tratti musicali: scorre come un fiume. Apparentemente differente è il sound di “Put your gun Down” suono più soffocato e tirato quasi teatralmente interpretato, una vena artistica magistrale che sottolinea la portata del lavoro, grande pregio anche negli intramezzi musicali. La cura dei dettagli lascia senza fiato, evidente anche “Hey Mary”, altro brano recitato alla grande e che mostra la parte emotiva ed innamorata, ma più di ogni altra cosa proprio per la musica. Movimento interessante per “Fix it”, il grosso lo fa la voce, perfetta direi nell’esprimere il contenuto e bella l’alternanza fra le parti ad una e poi a più voci che le dona un impatto rapido.

Di seguito “Dr Mertens” non esplora nè sperimenta ma completa un platter che già di per sé osa tanto, ritorna la musica appassionata in “Candy Man” senza mai rinunciare alla teatralità che pervade eccentrica e prepotente tutto il lavoro, immensa interpretazione delle parti aggiungerei, musica e voce. Una delle più movimentate “King Kong Girl” lascia il passo alla delicata “My oh My”, uno dei brani più amabili dove l’impronta del reggae si fa più decisa, l’ascolto scorre piacevole e il ritornello diviene trascendentale con lo scorrere dei minuti ci prende sempre di più, il mio preferito. Più soffuso è “Dark Shadow” almeno nell’introduzione poi lascia spazio al movimento che pervade l’intera opera. Si chiude il tutto con una rivisitazione di un mostro sacro del repertorio, Modugno con il suo brano più famoso, sappiamo quanto si rischia accostandosi a questi brani, rischiavano di scendere nel gia’ ascoltato o banale , e invece pone in primo pano un grande rispetto per l’originale senza tralasciare la matrice Ska che gli vuole donare, pezzo riuscito anche questo. L’album prima disponibile sulle bancarelle e poi pubblicato ufficialmente il 22 settembre è da acquistare non solo per gli amanti del genere ma per tutti coloro che vogliono esplorare un mondo musicale che agendo di nascosto non sacrifica nessuna qualità della musica elevata. Scorrere le tracce dona un piacere unico e il riascolto aggiunge elementi nuovi e ci convince che siamo dinanzi ad una vero capolavoro del panorama musicale italiano che si conserva come un tesoro prezioso. Cosa dire allora? Chapeau! Incantevoli musicisti! 

Voto: 10/10 

Angelica Grippa