PANZER - Fatal Command

Nuclear Blast
Ed ecco un'altra ottima band che perpetua la grande tradizione del metal teutonico. I Pänzer non si fanno pregare in quanto a potenza sonora. Se si pensa che questo "Fatal Command" è solo il loro secondo album, e che paiono dei giovinotti con tanta energia da vendere... Potremmo quasi scambiarli per una nuova band di giovincelli assurti al Verbo del Metallo... in realtà, SORPRESA!, la band è composta da un manipolo di persone attivissime da anni nella scena metal centroeuropea (Accept, Helloween, Herman Frank, Krokus, Paradox, Running Wild, Cronos Titan, ecc. ecc.) e tutt'ora facenti parte di bands come HammerFall, Destruction, Headhunter. Insomma, un altro supergruppo? E che supregruppo, ragazzi! In questo bel dischetto abbiamo tutta la tradizione del metal europeo. Impatto da guerra, produzione perfetta, influenze sia thrash sia power/classic metal, e un cantante come si deve, quel Marcel "Schmier" Schirmer, meglio conosciuto come bassista/cantante dei mitici Destruction, con la sua ugola di tradizione Boltendahl/Rock 'n' Rolf ed un pizzico di Udo.

E soprattutto, se un qualsiasi album metal inizia con una pigna sonora come "Satan's Hollow" vi assicuro che vale la pena di possederlo. A me piacciono parecchio i cori a voci "super-acide" nei refrain, presenti ad esempio nella title-track e ancora di più in "Bleeding Allies" e "I'll Bring You the Light" (che bello il lavoro di chitarra solista su questo brano e sulla successiva "Scorn And Hate"!!!), che rappresentano un buonissimo e gradito elemento di tradizione perpetuata lungo tutta la storia del metal germanico. Come nella title-track: bestiale, come direbbe l'Ispettore Coliandro. Eh sì, bisogna essere tanto contenti che continuino tutt'oggi a produrre dischi di siffatta qualità, perlomeno il verbo del metallo viene ben rappresentato anche da destinare alle nuove generazioni. Certo il dischetto in questione è forse eccessivamente prolisso, dell'ordine di durata di quasi un'ora. Ma vi assicuro che qui nulla viene sprecato. La tradizione del Metal Teutonico è perpetuata da persone che sanno davvero il fatto loro. E nelle tracce più epiche come "Skullbreaker" c'é un certo feeling superiore che non è possibile evitare di sottolineare. Disco di qualità indubbia, insomma. Destinato a tutti i cultori del thrash, power, classic metal, in due parole, di tutto il metal più peso dell'epoca d'oro degli anni '80. E... la riprova è rappresentata dalla traccia finale, una riesecuzione con sapiente maestria del classico dei Saxon "Wheels Of Steel". 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli