IMPLORE - Subjugate

Century Media
I tedeschi Implore(ma con una radice italiana),non sono una band che bada troppo alla cornice, i nostri vanno dritti al sodo senza perdersi in inutile fuffa. Questo secondi disco è una salva di 14 proiettili veloci, potentissimi e rabbiosi, schegge di death metal nerissimo e grindcore, un disco che ti mette al muro con tutto il suo impatto e violenza. “Birth of an era” che è l’opener fa già capire bene cosa vogliono i nostri propugnare; un brano che dura meno di tre minuti; ma bastano; riffing d’acciaio, blast beats, e scream vocals; death/grind con urgenza hc estrema, grande lavoro ritmico di Guido Montanarini alla batteria e al singer/bassista Gabriel ”Gabbo” Dubko, batteria che cambia tempo velocemente, tra up tempo e assalti ferocissimi, e distorsioni. “Loathe” è una scheggia impazzita black/death metal, veloce,violenmta e senzà pietà, scream furiosi, cambi di tempo, riffing assassini. “Cursed existence” è purto death metal venato di hc,blast beats, velocità furiosa, riffing mitragliati in faccia e tanta, tanta rabbia; qui non c’è pausa, ma solo e solamente assalto da parte del trio.

“Paradox” è una mitragliata “in your face”,death/hc,violenza allo stato puro con up tempo graffiante e rallentamenti improvvisi, blast beats e chi ne ha più ne metta, qui non si scampa, la furia generata dai nostri è potentissima, tecnica eccelsa e impatto. “Patterns to follow” è grindcore duro e puro, basso e riffing ribassati, schegge potentissime, scream urlati, rullate, e batteria che è un muro sonoro; qui il sottostrato hardcore è palpabile, una rabbia che esplode senza pietà per nessuno. “Ecocide” sembra dare un po' di fiato a questo assalto, ma è solo una impressione data dai riffing arpeggiati iniziali, ma la batteria implacabile, che da il tempo a questo brano fa capire che la violenza e l’impatto devastante non finirà mai; grande lavoro di caratura tecnica, estrema. “Cult of el” è death metal rabbioso e feroce, batteria veloce, con rullate e riffing nervosi e ferocia vocale in growl rabbiosi, up tempo che ti stampa al muro; rallentamento improvviso da headbanging estremo,grande brano. La conclusiva “Gazing beyond” è un terremoto sonico, blast beats, riffing compressi e basso pesantissimo, scream furiosi e nessun cedimento, difficile resistere a questo assalto. Un disco che farà la felicità degli amanti delle sonorità più estreme, feroci e veloci, un mitragliatore sonoro che ha solo una unica controindicazione, mai abbassare il volume. 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli