GODFLESH - Post Self

Avalanche
Fin dalla loro nascita, in quel di Birmingham, nel 1988, i Godflesh sono da molte persone viste come dei precursori di quello che negli anni successivi al loro debutto, sarebbe stato chiamato il così detto Industrial, poi diramatosi nei vari sotto generi rock e metal industrial. Al giorno d’oggi la proposta del combo inglese non cambia poi così tanto, li ritroviamo con un nuovo lavoro dal titolo Post Self, che non fa altro che riconfermare la band ai vertici dei generi sopra citati. Non saranno probabilmente di facile ascolto, come sempre, i nuovi brani, ma chi conosce i Godflesh, sa bene a cosa andrà incontro immergendosi nell’ascolto di questa visionaria band. Zero spazio alla melodia fine a se stessa, canzoni lente, ossessive e in un certo senso opprimenti, queste le principali sensazioni che scaturiscono durante lo scorrere dei minuti. 

Qualche puntatina sul groove non manca comunque, come su, Parasite dove, confluiscono un po’ tutte le influenze malsane del gruppo, qui spostatosi verso una sorta di death, ma con sempre ben in vista l’industrial che di fondo, senza essere ripetitivi, sta alla base del loro suono. Stessa identica cosa si potrebbe dire della seguente No Body. Per chi ovviamente è abituato a certe sonorità ,qui troverà pane per i propri denti, un disco assolutamente allucinante per certi versi, avanguardistico oseremmo anche definire. In pratica i Godflesh sono tornati per riprendersi e mantenere nel tempo quel loro status tetro, glaciale e malsano che hanno contribuito a forgiare in un ambiente fin troppo inflazionato. Liberate la mente da ogni tipo di preconcetto se volete passare all’ascolto di Post Self, forse vi regalerà un pizzico di Inferno sonoro.

Voto: 7/10

Sandro Lo Castro