MAGNUM - Lost On The Road To Eternity

Steamhammer
Tornano i Magnum, leggende dell'Hard Melodico britannico. E tornano festeggiando alla grande la loro ventesima uscita discografica. La band, le cui sorti sono da sempre rette dai capi storici e principali songwriters Bob Catley (vocals) e Tony Clarkin (guitars), possiede oggi una line-up di tutto rispetto. Composta dal bassista Al Barrow (presente dal 2001) nonché dagli ultimissimi due acquisti Lee Morris (drums) e, soprattuto, il nuovo tastierista Rick Benton. Il quale in questa ventesima fatica full-length intitolata "Lost On The Road To Eternity" sembra fare la parte del leone in fase di arrangiamenti, presentando ricche e variegate keyboard parts, le quali sono da sempre l'asso nella manica, assieme alla chitarra di Clarkin, nell'economia sonora dei Magnum, ma qui, almeno come pare a me, particolarmente. Difatti, un'occhiata veloce all'ottimo artwork ci fa immediatamente capire che i Magnum ci conducono in una dimensione artistica alquanto fiabesca. E questo, in un contesto Hard melodico, mi piace da matti. Ebbene, il disco si presenta alquanto bene, e nonostante l'età (di Catley e Clarkin), i nostri dimostrano assieme di avere ancora un discreto mestiere. Il sound dei Magnum è sempre quello, potente Hard Rock in equilibrio con melodie ed armonie poppeggianti ma di gran classe.

Nella tracklist troviamo diverse tracce da annoverare tra i classici della band. Tra tutte figura di certo la title-track, con la sua intro pomposa ed estremamente raffinata di piano ed orchestrazioni da colonna sonora di colossal, niente male davvero come prova per il bravo Rick Benton. La traccia in questione si contende la palma di brano più epico del disco con la finale "King Of The World". Mentre altrove troviamo la buona "Forbidden Masquerade", con tutte le sue varianti "drammatiche", il suo ritmo boogie ed il suo bellissimo accompagnamento di pianoforte similare allo stile dei Toto. Oppure la elaboratissima "Welcome To The Cosmic Cabaret" che alterna roccioso rock con momenti intimistici, pur sconfinando nella prolissità dei suoi oltre 8 minuti. La ballad di rigore s'intitola "Storm Baby" e presenta ottimo refrain e grande feeling. Bravi davvero. "Without Love" ricorda sempre parallelismi con i migliori Toto, soprattutto nel ritmo e nel refrain. Mentre per un Hard melodico energico e senza fronzoli, niente di meglio dell'attacco con l'iniziale "Peaches And Chain". Insomma, nonostante la prolissità di alcuni passaggi, i nostri dimostrano di essere sempre i Magnum, e di saper confezionare gran belle canzoni secondo la loro più pura tradizione. E secondo il loro miglior metodo di composizione, illustrato bene da Clarkin: "le idee sono scaturite fuori durante l'ultimo tour, ma anziché intervenirci subito, le ho lasciate maturare in modo naturale. E al momento di incidere l'album mi accorgo che sono ottime. Oltre a questo, il processo è sempre lo stesso: le idee vengono presentate su una chitarra o su una tastiera, e da qual momento faccio tutto il mio dannato meglio per partorire la miglior Magnum-song di tutti i tempi". Tanto di cappello al metodo "artigianale" che da sempre viene adoperato. E che dovrebbe far scuola. Dato che il risultato, in ogni epoca e condizione, è sempre felice ed ispirato. Ricordo che la special edition del CD contiene anche un dischetto bonus contenente 4 brani live. Buon ascolto a tutti. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli