FACELESS BURIAL - Grotesque Miscreation

Iron Lung
Quando si dice Australia in termini musicali si pensa o alla divetta pop Kylie Minogue o all’hard rock delle colonne AC/DC Ma l’ex colonia britannica ha un folto sottobosco estremo che ha come punte di diamante i Destroyer 666 ed ora ha questi Faceless Burial; autori di un blackened death metal con scorie brutal. L’intro è rumoristica e inquietante, urla provenienti dagli abissi della sofferenza ci aprono le porte verso il brano che segue. “Sleeping aberrational fissures” inizia con una rullata vigorosa, riffoni death e blast beats con rullata incorporata; riffoni catramosi, compressi e marcissimi con solos lancinanti in secondo piano; un growl profondo tende tutto ancora più grondante sangue e malvagità. Il brano annovera al suo interno sfuriate in accellerazione e rallentamenti vertiginosi, segno di una buona tecnica esecutiva. “Malignant excavation” è anche questo un assalto pesantissimo, furioso, violento con rullate, riffing compresso e maligno e blast beats; il growling profondissimo e cavernoso è perfetto, c’è anche un rallentamento groovy dove si può scatenare l’headbanging prima dell’assalto.

“Unrelenting member” è introdotta da linee di basso che poi vengono assaltate da un growl e replicate dalle chitarre, un rallentamento pestilenziale apre al blast beats marcissimo in puro stile brutal/death, con rallentamenti; riffing corposi e distorti, un growl che sfocia in urla in scream, accelerazioni. “Dominion of swelling flash” ha un riff black metal che viene doppiato da chitarre death metal, accelerazioni. Cambi di tempo, rullate e stop and go; il growl è possente, c’è anche una parte in up tempo maligna e la batteria come tutto il resto della band filano dritte non facendo prigionieri; il solos come da tradizione death è breve e lancinante. “Black ovulation” inizia con una rullata lenta e riffoni compressi, qui si sente la decomposizione in musica; ma è solo una breve parentesi, l’attacco è diretto, blast beats annichilenti, riffing black/death metal maligni e marcissimi, melodie di chitarra in sottofondo, rallentamenti improvvisi con growling incorporato; il finale è dato da riff di chitarra maligni e più neri del carbone, blast beats e chitarre lancinanti. Un disco infernale, caliginoso, che profuma o puzza d’inferno, grande debutto per questi ragazzi. 

Voto: 8/10 

Matteo ”Thrasher80”Mapelli