PAOLO BALLARDINI - Acoustic Journey

Autoprodotto
Vi è qualcosa, un piccolo-grande valore aggiunto, insito per sua stessa natura nei cosiddetti dischi di chitarra. Vale a dire, quei dischi strumentali che per struttura sono focalizzati sullo strumento a sei corde come "primadonna", di qualunque settore musicale si tratti (Shredding, Flamenco, Fusion...). Da chitarrista, di sicuro me ne accorgo molto prima di altri, ascoltandoli. Forse per affinità, forse perché noi chitarristi abbiamo a volte la forte immagine mentale allegorica della Musica come di un oggetto sì continuamente cangiante, ma pur sempre restante vicino alla sua originaria forma di cassa a otto con paletta e corde tese. Non precludo certo la fruizione di detti dischi a chi chitarrista non è... ma sono sicuro che perlomeno chi (anche solo ascoltatore) ama la chitarra ed il suo suono, troverà una particolare dimestichezza nei dischi di Paco De Lucia, Pat Metheny, Al Di Meola... relegando poi i dischi di altro tipo ad un "altro tipo" di ascolto. A parte le disquisizioni, ecco tra le nostre mani l'album del chitarrista Paolo Ballardini, didatta e turnista di estrazione pop, musicista dell'Orchestra RAI, collaboratore di artisti come Fausto Leali e Mercella Bella e soprattutto impegnato in musical teatrali. Il giovane turnista non si fa mancare nulla, e il suo amore per la musica e per la chitarra ce lo vuole comunicare con un album strumentale, dove il nostro propone suoi arrangiamenti di "melodie e stili musicali provenienti da diverse latitudini, con repertorio composto da canzoni famose internazionali, temi swing e brani della tradizione sudamericana".

Il disco è esattamente quanto lui stesso descrive nella sua bio. Ma... in fondo, è anche altro. La versatilità di gusto musicale di Ballardini, tanto nella scelta dei brani quanto nel riarrangiamento e nell'esecuzione, si apprezza piacevolmente, almeno quanto la buona tecnica padroneggiata dal nostro. Tra le canzoni riarrangiate in strumentale, ho riconosciuto ed apprezzato "How Deep Is Your Love" dei Bee Gees, "Yesterday" dei Beatles, nonché "Il Nastro Rosa" di Battisti... e gran finale con un riarrangiamento molto personale di "'O Sole Mio". Il nostro è un didatta, ma di certo non è sua intenzione creare un mero manuale di tecnica audioregistrato, facendo invece leva su ben altro. Vale a dire, l'amore personale per la musica come espressività artistica, filtrata in ogni sfaccettatura secondo l'ottica del chitarrista, che è un'ottica particolare, di cui tenere ben conto in quanto differente da quella, ad esempio, di un pianista o di un bassista. Ballardini crea quindi un disco fortemente personale, di cuore in ogni singola nota prodotta, arrivando ad "accompagnare" se stesso mediante l'uso della "Loop Station", anche con una certa maestria, che gli permette di apparire del tutto naturale nonostante le basi in loop. Un piccolo-grande disco di 36 minuti abbondanti, dedicato tanto alla musica internazionale, le cui melodie Paolo ha deciso di omaggiare, quanto al mondo della chitarra acustica. Un disco sobrio, elegante e di gran cuore, scaturito fuori come naturale esigenza di espressività, e contando esclusivamente sugli sforzi personali. Consigliato l'acquisto agli amanti della chitarra, acustica soprattutto, a prescindere da qualunque genere musicale sia il vostro preferito. Da segnalare la presenza di Beppe Gambetta in qualità di ospite nel brano Creuza di Ma di Fabrizio De Andrè. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli